BARI – Scrivere è un po’ come correre? Stamattina mettendo due passi, una stampella dopo l’altra, non riuscivo a non staccare gli occhi da quel caschetto biondo saltellante senza sosta. Correva come se non ci fossero ostacoli, saltava come se il cielo fosse distante appena mezzo palmo. Avete mai provato, voi, a dire a al vento di non soffiare o ad un bambino di smettere di correre? L’unica cosa che otterreste è uno sguardo stranito che vuol chiederti, “beh, e che c’è di male?”.
E’ possibile mai che nel correre ci sia l’essenza vera della libertà? Non saremo mai così liberi come ci siamo sentiti da fanciulli. Abbiamo costruito attorno a noi gabbie di codici morali e sociali che a quella libertà potremmo tendere, ma non ci arriveremo mai, se non guardandola attraverso gli occhi dei nostri figli.
Ciò che possiamo fare noi è una sorta di esercizio alla libertà. Che è il correre stesso, senza i vincoli stringenti di un dispositivo che ti conti i passi e i pensieri. Correre, può aiutarci a svuotare completamente la mente dai continui compiti che la società ci affida. E’ una pausa dal mondo e un regalo a se stessi. Tutto sommato è un po’ come quando ci si prende del tempo per leggere un libro. Può capitare di non farlo per settimane e poi abbiamo quei due giorni solo per noi e i nostri mondi fantastici su carta.
Esercizio della scrittura
Se invece mai, qualcuno di voi si fosse dilettato nell’esercizio della scrittura, beh si accorgerebbe che tutto ciò non è sufficiente. C’è bisogno di costanza, un lungo allenamento spesso soli con se stessi e una penna. Ci si prefigge ogni giorno per qualche mezz’ora di mettere su carta concetti, in modo da far scorrere la mano. Non vale la regola del ‘quando ho tempo’. Trova il tempo per fare esercizio e poi la mano comincerà a scorrere da sola.
Quando anni fa cominciai a correre, scattò dentro di me una scintilla. La corsa, finalmente, era l’unico modo durante la giornata, in cui potersi liberare della stessa. Rimanendo solo con me stesso ecco che pensieri, persone e storie cominciavano ad avere delle connotazioni sempre più chiare. Mi venivano in mente, sogni e soluzioni. Dialoghi fantastici e scene quotidiane rivisitate. Intanto piano piano le mie scarpe macinavano chilometri e le mie orecchie musica. I miei occhi fissi all’orizzonte di un mattino che nasceva, tutto ciò mi ridava ogni giorno un pizzico di vitalità in più e una voglia matta di esprimere tutto ciò che mi passava per la testa.
Scrivere è diventato un esercizio a cui abituarsi all’inizio per diventarne dipendenti poi. Controlla il passo, metro dopo metro, mentre la mano vomita parole a caso su un foglio. Esercizio, metodo. Ci si impone un determinato ritmo di andatura, 10 minuti per questo tratto di strada e 10 minuti, per buttare giù qualche riga guardando una foto. Imparare ad osservare il mondo intorno e provare a descriverlo a se stessi.
Non è sempre così facile, non tutti amiamo schematizzare continuamente il tempo, seppur sotto forma di esercizio. Ci sono momenti in cui quel foglio o quei pochi chilometri se ne fregano dei tuoi 10 minuti. Ci sono dei momenti in cui l’unica cosa che davvero ti servirebbe è l’esercizio della libertà, senza inscatolare il tempo in mini porzioni in cui dover dare il massimo.
Esercizio alla libertà
Purtroppo però, guardare il traguardo del foglio bianco o dei chilometri ancora da percorrere finiscono per provocare lo stesso stato di ansietà, una sensazione da allenare per combatterla. Alternando esercizio ad una continua ricerca della libertà.
Quindi, prendiamoci, ogni tanto, qualche pausa dalla schematicità dell’esercizio. Prendiamoci il tempo di concentrarci sul battito del nostro corpo, su un passo dietro l’altro, sul fruscio della penna che piano piano colora un foglio bianco. Prendiamoci la libertà di scattare e correre all’impazzata fino a un palmo da un muretto e saltare più in alto che si può. A volte il cielo è davvero a un palmo.
Fai lo stesso con la scrittura, non darti un tempo e scrivi parole a caso, frasi e concetti, non importa che tutto abbia un senso. Non farti domande, ma, anche qui, prenditi la libertà di accelerare all’impazzata scrivendo ciò che la testa manda alla tua mano. Scrivi come se corressi. Descrivi ciò che vedi correndo, parlaci della visione del mare man mano che si avvicina, mentre tu acceleri al punto che ad un passo da esso sarai morso dal dubbio se fermarti lì o tuffartici dentro con tutte le scarpe.
Scrivere è un po’ come correre, imparare a fare l’uno aiuta ad imparare a fare l’altra. Troverai molto nella scrittura di ciò che sentirai durante la corsa. Ci troverai i tuoi fantasmi e le tue fantasie il cui incalzare determineranno il tuo passo. In entrambi i casi imparerai a stare con te stesso. Scrivi e non pensare al traguardo, almeno oggi. Fa come mio figlio.