Era il 1954, quando J.R.R. Tolkien pubblicò per la prima volta Il Signore degli Anelli, una creazione che avrebbe scritto la storia del genere fantasy nel XX secolo. Questo romanzo epico ha oltrepassato il tempo, spingendo la narrativa fantasy, il mito e la tradizione nella cultura pop. Già negli anni ’70, gli scritti di Tolkien hanno ispirato musicisti, registi e artisti visivi, guadagnandosi un posto d’onore nella creatività. Oggi, dopo gli adattamenti cinematografici di Peter Jackson nei primi anni 2000, l’opera è di nuovo al centro dell’attenzione grazie a “Rings of Power” (2022) di Amazon. Ma cosa rende questa saga un classico senza tempo?
Una leggenda create per onorare il suo paese
In una lettera al suo editore nel 1951, Tolkien espresse il desiderio di creare una “leggenda connessa” che potesse essere dedicata all’Inghilterra, alla sua terra natale. Sebbene Tolkien non abbia mai dichiarato esplicitamente l’intenzione di creare una “mitologia per l’Inghilterra,” Il Signore degli Anelli è un inno d’amore alla sua terra. L’autore si ispirò a diverse leggende e miti per costruire la sua epica mitologia. Anche se gli hobbit rappresentano una creazione originale di Tolkien, altre creature e storie della Terra di Mezzo avevano radici profonde nella mitologia e nel folklore precedenti.
Il signore degli anelli: riferimenti culturali
Alcuni hanno notato somiglianze tra Il Signore degli Anelli e il dramma musicale di Richard Wagner “Der Ring des Nibelungen” (1869), noto anche come “The Ring Cycle”. I Nibelungi, un clan di nani, derivano dalla mitologia germanica e norrena. La storia operistica di Wagner ruota intorno all’avidità di un nano, Alberich, per un anello magico. Tolkien non ha “rubato” direttamente da Wagner, ma ha tratto ispirazione da racconti e leggende preesistenti.
Gli elfi, una razza fondamentale nella Terra di Mezzo, hanno origini nel folklore germanico, sebbene Tolkien li abbia reinterpretati come creature agili e immortali. La creazione di lingue elfiche è stata un grande sforzo da parte di Tolkien, e ha tratto ispirazione dal finlandese. L’idea di “prendere in prestito” da culture mondiali preesistenti è comune nella narrativa fantasy.
Tolkien negò qualsiasi allegoria diretta ne Il Signore degli Anelli, anche se alcuni hanno cercato di collegare il suo lavoro alle sue esperienze personali. L’autore ha creato un racconto intramontabile con temi universali come il bene contro il male, la ricerca del potere e la speranza nonostante la sofferenza. I personaggi, con i loro tratti e le loro sfide, sono legati a questi temi. Frodo, spesso criticato per la sua “debolezza,” rappresenta la lotta umana e la dipendenza dagli altri. La sua complicità con Sam è un esempio di amicizia vera e della forza che deriva dalla collaborazione.
In definitiva, Il Signore degli Anelli è un’opera che supera il tempo grazie ai suoi temi universali e ai personaggi complessi e autentici che i lettori possono comprendere e amare. Tolkien ha creato una mitologia senza tempo, adatta a resistere all’evolversi della cultura e delle generazioni.