Bambi - Walt Disney

Bambi: Dal Romanzo di Felix Salten al Capolavoro di Walt Disney

Bambi, film di Walt Disney del 1942, nasce dal romanzo di Felix Salten del 1923. Dietro la fiaba per bambini si cela una profonda riflessione sull’antisemitismo e una storia di formazione universale.

Il 13 agosto 1942 segna una data storica nel mondo del cinema d’animazione: l’uscita di Bambi, uno dei capolavori indiscussi di Walt Disney. Il film, distribuito nelle sale dalla RKO Radio Pictures, conquistò immediatamente il cuore del pubblico, diventando uno dei preferiti dello stesso Disney. Tuttavia, dietro l’apparente semplicità di questa storia di crescita e amicizia, si nasconde una narrazione ben più complessa e profondamente radicata nelle vicende storiche del XX secolo.

Bambi – Le origini della storia

Bambi trae origine dal romanzo del 1923 Bambi, storia di una vita nel bosco dello scrittore austriaco Felix Salten. In questa opera, i protagonisti sono Bambi, un giovane cerbiatto, i suoi genitori e i suoi amici, tra cui il coniglietto Tamburino, la puzzola Fiore e la cerbiatta Faline, che diventerà la sua compagna. La trasposizione di Walt Disney, pur mantenendo intatta la trama centrale, ha trasformato la storia originale in una fiaba per bambini, accentuando il messaggio di tutela della natura e degli animali della foresta. Ma la versione disneyana ha anche oscurato il profondo significato simbolico e sociale che Salten aveva inteso trasmettere.

Nel romanzo di Salten, Bambi non era semplicemente una storia di animali, ma una metafora del pericolo dell’antisemitismo, che lo scrittore, di origine ebraica, aveva osservato crescere con preoccupazione dopo la Prima Guerra Mondiale. Attraverso la vita del giovane cerbiatto, Salten ammoniva il mondo sui rischi della persecuzione e dell’intolleranza. L’adattamento di Disney, pur brillantemente riuscito, ha però diluito questo messaggio, rendendo Bambi un racconto di formazione universale, capace di parlare a tutte le generazioni, ma meno esplicito nella sua critica sociale.

Una delle scene più iconiche e traumatizzanti del film è la morte della madre di Bambi, uccisa da un cacciatore. Questo evento ha lasciato un’impronta indelebile nella memoria degli spettatori, diventando una pietra miliare nella storia del cinema. Tuttavia, pochi sono a conoscenza che l’impatto emotivo di questa scena non era solo una scelta narrativa, ma una potente allegoria della perdita dell’innocenza e dell’incontro con la brutalità del mondo.

Bambi come racconto di formazione

La storia di Bambi è anche una riflessione sulla crescita e la maturità. Il percorso del cerbiatto che diventa cervo rappresenta simbolicamente il passaggio dall’infanzia all’età adulta, un viaggio ricco di sfide e scoperte. In questo senso, Bambi può essere letto come un classico racconto di formazione, che trascende i confini del tempo e delle culture.

Nonostante il successo mondiale del romanzo di Salten e la sua trasposizione cinematografica, la sua funzione di monito contro l’antisemitismo non riuscì a prevenire la tragedia che si sarebbe abbattuta sull’Europa meno di un decennio dopo. Il messaggio originario di Salten è stato spesso frainteso o ignorato, ma rimane un importante contributo alla letteratura del Novecento e un invito alla riflessione sulle dinamiche sociali che possono portare alla discriminazione e alla violenza.

Se vi va di approfondire

Per approfondire questa complessa eredità culturale, si possono consultare opere come Felix Salten: Man of Many Faces di Joseph Loewenstein, che esplora la vita e il contesto dell’autore, o il libro The Hidden Life of Deer di Elizabeth Marshall Thomas, che, pur non trattando direttamente di Bambi, offre una prospettiva affascinante sulla vita degli animali in natura, richiamando l’attenzione sulla connessione tra letteratura, ecologia e impegno sociale.

La storia di Bambi è quindi non solo un capolavoro dell’animazione, ma anche un testo ricco di significati nascosti, che continua a interrogare e a emozionare il pubblico di tutto il mondo.

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